Keira Knightley: la lotta contro il bullismo e le speculazioni

Raggiungere fama e successo a Hollywood ha sempre un prezzo. Soprattutto per la metà femminile del cielo di Los Angeles, sottoposta a giudizi, intromissioni, speculazioni che quella maschile neanche si sogna. Una storia già nota, che trova la sua ulteriore conferma nelle parole di Keira Knightley, star internazionale che dimostra di non avere peli sulla lingua quando si tratta di denunciare il vero e proprio “bullismo” subito da parte dei media dopo il successo raggiunto con “Pirati dei Caraibi“.

L’attrice britannica ricorda le domande insistenti e le vergognose provocazioni sul suo aspetto fisico ben oltre il limite del body shaming. E, parallelamente, la sessualizzazione subita, uno scotto da pagare che sembra inevitabile per una giovane donna che diventa famosa in quell’ambiente. Due facce solo apparentemente contraddittorie della stessa medaglia: quella della misoginia del mondo del cinema hollywoodiano.

Keira Knightley contro bullismo e speculazioni sulla sua anoressia

È troppo magra“. “È anoressica“. “Non mangia abbastanza“. “Forse ha un problema“.

Keira Knightley ha sentito dire o ha letto sui giornali frasi come queste da quando il suo nome è diventato celebre nel mondo del cinema, all’inizio degli anni Duemila. Un mondo davvero molto poco magico per un’attrice giovane, anzi giovanissima, come era lei in quel periodo.

In un’intervista recente rilasciata al ‘Times’, la star di “Pirati dei Caraibi” racconta con molta amarezza e un evidente fastidio il trattamento ricevuto in quegli anni dai media che la tormentavano, come facevano e fanno tuttora con le attrici del momento, quasi fosse una tassa da pagare per loro.

Keira Knightley e l’impegno femminista

Knightley oggi parla di “trauma” subito all’epoca. Una gogna pubblica tipica di Hollywood, che colpisce soprattutto le donne ma che non risparmia, in rari casi, le celebrità maschili, come .

Proprio contro simili vessazioni l’attrice rivolge oggi parte del suo impegno come attivista femminista, con alcuni interventi pubblici che si scagliano contro ruoli ed etichette che media e società attribuiscono alle donne.

Il ‘no’ a un ritorno in Pirati dei Caraibi e ai blockbuster

Anche alla luce del suo attivismo, Keira Knightley prova sentimenti contrastanti verso la trilogia di “Pirati dei Caraibi. A causa di essi è stata “trattata come una m***a” ma, al tempo stesso, il loro successo le ha consentito di partecipare a pellicole che l’hanno portata agli Oscar (come “Orgoglio e pregiudizio” di Joe Wright, per la quale ottenne la sua prima candidatura come Miglior attrice, nel 2006).

Una confusione che, però, non è per lei sufficiente a considerare un eventuale ritorno nella serie o in qualsiasi altro blockbuster, verso i quali l’attrice sembra aver sviluppato un vero e proprio fastidio.

Conclusioni

  • Il bullismo mediatico e la sessualizzazione di Keira Knightley: dopo il successo con “Pirati dei Caraibi“, Keira Knightley ha subito pesanti critiche sul suo aspetto fisico, con insinuazioni di anoressia e commenti offensivi sulla sua magrezza. Inoltre, la sua sessualizzazione nel ruolo di Elizabeth Swann, ha aggiunto un ulteriore trauma, facendola sentire intrappolata in una narrativa che la riduceva a oggetto del desiderio;
  • Impegno femminista e critiche ai modelli femminili: Knightley è attivamente impegnata nella lotta contro le etichette e i ruoli imposti alle donne, criticando pubblicamente film Disney come “Cenerentola” e “La sirenetta” per la mancanza di modelli femminili positivi. Ha anche espresso il suo disappunto riguardo al trattamento riservato alle donne a Hollywood, parlando di come la sua esperienza personale l’abbia segnata profondamente;
  • Il rifiuto dei blockbuster e il passaggio a progetti indipendenti: Keira Knightley esclude un eventuale ritorno nella serie “Pirati dei Caraibi” e, più in generale, in altri grandi blockbuster a causa degli orari estenuanti e della mancanza di controllo sulla sua carriera. Negli ultimi anni, ha preferito recitare in film indipendenti e la sua prossima sfida sarà la serie di spionaggio “Black Doves” per Netflix, dove interpreterà un ruolo complesso in un thriller psicologico e politico.