Importante scoperta nel caso di Pierina Paganelli

C’è un’importante novità sul caso di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel garage del suo condominio in via del Ciclamino, a Rimini. Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, nel corso degli accertamenti irripetibili voluti dalla Procura, sarebbero stati isolati sugli abiti che l’anziana indossava al momento dell’omicidio due Dna femminili. Non ci sarebbero tracce, invece, sulla scena, di Louis Dassilva, unico indagato.

Isolati due Dna femminili sugli abiti di Pierina Paganelli

I due Dna apparterrebbero a due diversi soggetti femminili e sarebbero stati repertati grazie all’uso di un super-laser arrivato dagli Stati Uniti al momento degli accertamenti irripetibili eseguiti presso l’Università Tor Vergata di Roma su una serie di oggetti di interesse per le indagini, tra cui appunto gli abiti che Pierina Paganelli indossava quando è stata uccisa.

Uno è stato rinvenuto sulla gonna, all’altezza della vita; l’altro sulla maglietta, vicino a una delle ferite da arma da taglio, tra spalla e braccio. Bisognerà escludere che non si tratti del Dna delle persone che, per un motivo o per un altro, hanno interagito con la scena dopo il delitto, inclusi i soccorritori.

Nessuna traccia di Louis Dassilva sulla scena dell’omicidio

Ciò che è certo, secondo Il Resto del Carlino, è che non sarebbero state trovate tracce riconducibili a Louis Dassilva, unico indagato per il delitto.

A confermarlo l’avvocato Riario Fabbri, che insieme al collega Andrea Guidi e alla criminologa Roberta Bruzzone lo assiste.

Non è emerso il profilo di Dassilva neppure con la nuova macchina (in grado di evidenziare anche minime tracce, ndr) – ha spiegato il legale – Dassilva non è collocabile sulla scena del delitto.

Gli elementi a carico dell’indagato

A suo carico ci sarebbero, comunque, vari elementi. Secondo l’accusa, il 34enne di origini senegalesi, che da mesi intratteneva una relazione extraconiugale con la nuora della vittima, Manuela Bianchi, avrebbe avuto, innanzitutto, un movente.

Il suo alibi, poi, non sarebbe verificabile: la moglie Valeria Bartolucci ha sempre dichiarato che trascorse con lei la sera del 3 ottobre 2023, a guardare un film in salotto. Il problema è che, per sua stessa ammissione, verso l’orario dell’omicidio Louis sarebbe rimasto solo perché lei andò a dormire.

Stando alla sua versione e alla versione del marito, quest’ultimo sarebbe stato ancora dolorante (e zoppicante) a causa di un incidente in moto avuto il giorno precedente mentre tornava dal lavoro. Verso le 19 di quel giorno, però, una telecamera lo avrebbe ripreso mentre cammina normalmente, con indosso una maglia mai consegnata agli inquirenti.

Il test cruciale: chi è l’uomo nel video della farmacia?

C’è poi il famoso video della farmacia. Video che avrebbe catturato un soggetto dirigersi verso via del Ciclamino tra le 22.17.02 e 22.17.08 della sera del delitto. Secondo l’accusa, si tratterebbe appunto di Louis che, dopo essersi disfatto degli abiti sporchi di sangue e dell’arma usata per colpire l’anziana, si sarebbe riavviato verso casa.

Di recente però tale ricostruzione è stata messa in discussione: un vicino dell’uomo, parlando con gli inquirenti, avrebbe sostenuto di riconoscersi in quelle immagini. A breve ci sarà dunque un test: sia il 34enne arrestato che il vicino ripercorreranno i passi dell’uomo ripreso. Poi le immagini saranno confrontate da un esperto.

I risultati saranno decisivi. Se dovesse emergere che quello ripreso non è Louis, crollerebbe, infatti, una delle prove a suo carico, la “prova regina”. Nell’attesa, il 34enne resta detenuto al Casetti, continuando a proclamarsi innocente.

Una sintesi per punti del caso di Pierina Paganelli

  • Due Dna femminili isolati sugli abiti della vittima: gli accertamenti irripetibili eseguiti a Roma hanno rilevato due tracce genetiche femminili sui vestiti di Pierina Paganelli. Non risultano invece presenti tracce del Dna di Louis Dassilva, unico indagato.
  • Indizi contro Louis Dassilva: l’accusa si basa su un presunto movente legato alla relazione extraconiugale tra Dassilva e la nuora della vittima, l’assenza di un alibi verificabile e un filmato che sembrerebbe collocarlo vicino alla scena del delitto.
  • Ricostruzione contestata: un vicino di Dassilva ha dichiarato di riconoscersi nel filmato utilizzato come prova contro l’indagato. Un test comparativo e l’analisi delle immagini saranno decisivi per chiarire i dubbi.